LE VERITA' DOGMATICHE ED IL DOGMATISMO

     Le esperienze di trascendenza tendono ad assumere modelli esplicativi che sono alla base della visione del mondo del credente, anche se oggi il dogma vero e proprio non trova una risonanza che riveli la sua densità esistenziale e rischia di divenire un'ideologia infeconda. Si corre il rischio cioè di avere uno sdoppiamento nei credenti fra vita religiosa effettiva e religione teorica, mentre il fine delle verità dogmatiche è quello di attingere Dio qual è e non come l'uomo lo desidera. Una fede dogmatica introduce ad un dialogo in cui l'uomo ascolta ciò che Dio dice di sé e dei suoi intenti sull'uomo e sul mondo.

     Le verità cristiane non esprimono concetti astratti ma i cardini della storia della salvezza del mondo attraverso l'opera di Dio. La fede dogmatica interroga l'uomo su questo nuovo ordine, lo impegna a rivedere le sue concezioni sul mondo e sulla sua storia. Attraverso l'ascolto della parola l'uomo giunge a questi interrogativi ed infine ad intendere e penetrare le verità dogmatiche. Il Dio della rivelazione è in genere al contrario di un Dio fatto ad immagine dei desideri umani: due ostacoli sono da evitare in questo caso, il soggettivismo ed il separare la verità e la vita.

     DOGMATISMO: termine peggiorativo di un punto considerato struttura fondamentale di un credo, struttura conoscitiva che si manifesta come una difesa contro l'ansietà che comporta la chiusura dello spirito e il rifiuto difensivo di scambi e cambiamenti. Lo spirito delle persone dogmatiche è autoritario e intollerante e considerano assurde le idee che mettono in discussione le proprie credenze. All'interno del loro sistema di credenza coesistono contraddizioni e non distinguono le zone centrali da quelle periferiche del proprio o dell'altrui sistema. Tentano di imporre agli altri il bene ed il vero di cui sono convinti, spesso si difendono da chi non la pensa come loro con un purismo idealista che, in personalità paranoiche, può portare perfino ad una divisione del mondo in bene e male.

      Se l'intolleranza opera sul piano delle relazioni sociali, con le persone, il dogmatismo riguarda le idee ed i due sistemi possono convivere oppure no in una persona. Le differenze sono più importanti di ciò che è comune ed il narcisismo delle piccole differenze può accentuare a sua volta l'intolleranza e il dogmatismo stesso, come un cane che si morde la coda.

      Molteplici fattori personali e sociali possono formare una personalità dogmatica la cui origine è sempre difensiva: rigidità, ansietà, angoscia, insicurezza, appartenenza a gruppi chiusi. Viene da chiedersi se ogni dogmatismo religioso è anche un dogmatismo psicologico, ovverosia se la religione dogmatica sarebbe anche un “integrismo autoritario”. La religione diventerebbe in questo caso custode della morale e della società, ma col rischio di combattere attivamente la società pluralista, di difendersi dalla differenza, di salvare la propria identità arroccandosi, svalutando gli altri, opponendo la propria verità alla non-verità altrui, restando ciechi di fronte alle proprie contraddizioni.

     Va detto che l'angoscia è un dato esistenziale nell'uomo e la religione può avere anche la finalità di garanzia contro di essa. L’angoscia, nella sua giusta dimensione, non ha una connotazione negativa, avverte l'uomo che i fondamenti della sua esistenza si sottraggono al suo potere. Può insorgere anche improvvisa, essere inconscia e manifestarsi con paure, restringimento del campo vitale, ecc. e può sconfinare nel patologico. Quando essa è eccessiva vi è chi cerca di fuggirne tramite varie strategie e compensazioni: giochi, divertimenti, sostanze, relazioni, ecc. e chi può trovar rifugio nella religione. Vi possono essere sette o movimenti i cui tratti distintivi corrispondono alle privazioni caratteristiche dei loro membri: chi attira le persone culturalmente sradicate, chi offre un paradiso futuro ove ricevere la ricompensa per le ingiustizie subite, chi impone direttive morali rigorose a chi è disorientato e disgustato dal lassismo della società. In questi casi la dimensione religiosa è soltanto una compensazione per le frustrazioni subite.

     Viceversa il sentimento religioso giunto a maturità sembra essere l'unico fattore psichico capace d'integrare tutte le componenti della personalità, fino a dare un orientamento positivo alla vita. In chi non raggiunge questa maturità la religiosità rischia di assolvere una funzione di schermo e di difesa.