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IL
SALVATORE |
Questa icona, infatti, porta quasi sempre il nome di
icona del Salvatore, indipendentemente dall’accento espressivo, più o meno
marcato, posto sulla sua funzione di Giudice. Nell’aureola del Cristo si
profilano i contorni della Croce in cui si legge l’iscrizione greca “Colui che
è”, alludendo alla divinità di Cristo. Nel volto, intensamente
espressivo, l’iconografo ha cercato di esprimere
l’ineffabile realtà del Dio-Uomo: la fronte alta,
gli
archi sopraciliari ben marcati, gli occhi profondi, pensosi, le labbra
strette in un saggio silenzio che conduce
ad una dimensione d’ascolto. Il colore delle
vesti, poi, rinvia alla divinoumanità del Figlio di Dio: la porpora regale
della veste è celata sotto il manto blu scuro, simbolo della sua umanità. La
Madre di Dio, all’opposto, ha la tunica azzurra, segno della sua creaturalità
ed il manto rosso porpora, simbolo della dignità divina a cui la creatura
assurge attraverso la Redenzione. La mano benedicente del Salvatore è
rappresentata nello stile del Monte Athos, dove l’indice rappresenta uno iota,
I, il medio un sigma, C, il
pollice e l’anulare incrociati formano una chi, C, ed il
mignolo ancora un sigma, C. In questo modo la mano compone due acrostici, IC e
CC, che altro non sono se non i simboli del nome di Gesù
Cristo in greco, Ihsou Cristou. La riproduzione qui presentata è in parte
eseguita a mano, seguendo le tecniche iconografiche, e misura cm 30x25x2,5. Il
peso della tavola è di circa 1 kg. L’effetto è suggestivo, per informazioni o
se siete interessati ad acquistare una copia scrivete a iconas@iconas.it |